La Regione Sicilia parteciperà alla prossima edizione della 33a America's Cup con una propria barca, lo ha annunciato il presidente della regione Totò Cuffaro : "Abbiamo pronti - dice Cuffaro - 10 milioni di euro per la nuova sfida. Stiamo lavorando per essere al via con una barca tutta nostra, che si chiamera' 'Sicilia', proprio come la nostra amata regione".
Ricordiamo che nella precedente edizione la regione Sicilia era uno degli sponsor principali del team " +39 Challenge ".
Sulla possibilita' di ospitare la manifestazione a Trapani, Cuffaro e' apparso piuttosto pessimista. "Penso che la Coppa si fara' nuovamente a Valencia".

1 Commenti

Anonimo ha detto…
IL GARDA QUESTO SCONOSCIUTO ALL’AMERICA’S CUP + 39 SCAMBIATO PER UN CONSORZIO SICILIANO Valencia. A Valencia il lago di Garda lo conoscono in pochi. Giusto qualche studente che frequenta la famosa università pubblica valenciana e quella cattolica che ha sede nel cuore storico della città, nella via dedicata a San Vincenzo martire. Eppure questa edizione dell’America’s Cup è stata, potenzialmente, un’occasione unica per promuovere il più grande lago italiano. Per la prima volta si è presentato alla più importante competizione velica mondiale un consorzio gardesano, che al posto del nome ha un prefisso telefonico, + 39 (il + sta per doppio zero). Una sfida lanciata dal Circolo vela Gargnano, società velica di sponda bresciana guidata da Lorenzo Rizzardi, che è presidente anche del consorzio di + 39. Nel porto dell’America’s Cup, che nel week end della finale, ha visto un’affluenza di oltre duecentoventimila persone, l’unica base ad avere il negozio dei gadget chiuso è stata proprio quella di + 39. Una scelta che sotto il profilo commerciale è stata un autentico suicidio. Invece tutti i negozi degli altri 11 team, da quello dei cinesi, all’esclusiva boutique targata Prada Luna Rossa, hanno venduto capi d’abbigliamento e altri accessori vari a go a go. Da + 39 nulla, nemmeno uno spillo. In più nella base gardesana non c’era nessuna immagine che evocasse il lago di Garda, anzi. C’è stato anche chi, come Lorenzo Battaini, uno dei tanti appassionati italiani al porto dell’America’s Cup, era convinto che + 39 fosse un consorzio siciliano. Nella base del team gardesano infatti garriva al vento la bandiera con la “trinacria”, il simbolo della Regione Siciliana, uno dei pochi sponsor di + 39. Eppure nel ruolo di uomo immagine e di direttore tecnico, Rizzardi e il suo team manager Cesare Pasotti, avevano scelto un gardesano doc di sponda veronese come Luca Devoti, argento con il Finn ai Giochi di Sydney 2000, e soprattutto titolare di un cantiere da cui escono barche di altissimo livello, dalle classi olimpiche ai monotipi di grido tipo come il Meleges 24. Devoti ha messo insieme una bella squadra costruita attorno ad un talento di primissimo piano come il britannico Iain Percy che alle Olimpiadi di Sydney ha preceduto proprio Devoti mettendosi al collo la medaglia d’oro dei Finn. L’avventura di + 39 poi è finita in maniera rocambolesca. Poco dopo il varo, la nuova barca disegnata da Giovanni Ceccarelli, ha rotto l’albero in una collisione con Team Germany. Poi l’affannato rientro in competizione.(Quelli di + 39 avevano un solo albero a disposizione. E’ come viaggiare in auto senza la ruota di scorta. ) Quindi il terzultimo posto nella Louis Vuitton Cup e il mesto ritorno a casa di velisti e tecnici. Nella base di + 39, sul piazzale si trova tuttora Ita 85 in attesa di un acquirente, ”Per il momento si sono fatti avanti in tre- informa Ceccarelli- ma non sono io a condurre le trattative.” Durante i giorni della finalissima di Coppa America la base di + 39 si presentava un enorme scatolone vuoto. Tanto vuoto che è stato utilizzato dal ricco, e ben amministrato, consorzio di Alinghi come magazzino per il proprio negozio d’abbigliamento e di vettovaglie. Allo store di Alinghi, nelle ore di punta, gli ingressi dei clienti, visto il grande afflusso venivano scaglionati. Tutti in fila con tanto di addetti alla sicurezza che regolavano l’afflusso delle persone. Dieci metri più in la c’era tutta un’altra atmosfera. Ciò che doveva rappresentare il sogno del Garda, misconosciuto almeno nel porto dell’America’s Cup, era ed è un fantasma senza identità. Invece dalla terrazza della base di Shosholoza attigua a quella di + 39, ogni sera riecheggiavano le note di una band rock. Li, dove è stato ospite anche Nelson Mandela, c’era movimento ogni sera. La stessa cosa succedeva nelle altre basi. Eppure il consorzio sudafricano era accreditato di un budget non certamente stellare. La differenza è che però il Sud Africa, con questa campagna di Coppa America, ha avuto un gran ritorno d’immagine. Il lago di Garda invece con + 39 è “deseparecidos” dalla Copa, come dicono a Valencia. Un esempio di pessima comunicazione oppure ci si è vergognati delle proprie origini ? A questa domanda nessuno ha risposto anche perché, a presidiare la base di + 39 c’è solamente Gabriele un gentile e volenteroso ragazzo di Bogliaco di Gargnano (da dove parte e arriva la mitica Centomiglia) che ovviamente non ha alcuna responsabilità dirigenziale e cerca di gestire al meglio, sino a gennaio, quello che è stato il quartier generale di + 39. L’unico personaggio di un certo rilievo di + 39, presente a Valencia durante la finalissima di Coppa America è stato l’ingegner Ceccarelli, il progettista, che raccomandava ai giornalisti :”Mi raccomando parlate bene di + 39.” La sua Ita 85 è in vendita e pare che si siano fatti avanti tre acquirenti in vista della Coppa numero 33. Luca Belligoli
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