Stop alla caccia delle balene in Giappone 


Si chiamano Seashepherd, il mare è il loro campo di battaglia, provengono dalla scissione di Greenpeace, da cui si sono divisi anni fa per dissonanza sui metodi di lotta.
A causa di pressioni esercitate dall'associazione ambientalista dalla fine del mese di dicembre 2010 il Giappone ha sospeso l'attività nell'Antartico,
Ad ammettere la cosa è la stessa Agenzia della pesca giapponese con un comunicato che recitava: "Il peschereccio Nisshin Maru ( una grande nave officina ) ha sospeso l'attività da giovedì scorso per ragioni di sicurezza".
Il portavoce del governo ha annunciato di aver bloccato ogni attività scientifica della flotta giapponese.
Ogni anno, il Giappone pesca centinaia di balene nell'Antartico in nome della "ricerca scientifica", mentre la caccia per scopi commerciali ai cetacei è vietata dal 1986.
Le tecniche dissuadenti usate sono : 
La prima è molto passiva. Hanno grandi vascelli, seguono le navi officina e si limitiamo a osservare e ad intralciare la pesca.
L'altra è quella delle "bombe puzzolenti" (stink bombs): sparano pezzi di burro rancido sul ponte delle navi, contaminando la carne di balena e rendendo inoltre l'ambiente molto puzzolente.
Programmi futuri dell'associazione ambientalista ?
" Prima di tutto dobbiamo continuare a monitorare la situazione per vedere se i giapponesi se ne tornano davvero a casa. Poi, la prossima estate, torneremo nel Mediterraneo a proteggere il tonno rosso e quindi faremo campagne per gli squali, i delfini e le foche, alle isole Far Oer e intorno alle Galapagos. Sì, saremo sempre molto indaffarati ".

Per l'Italia il riferimento è al seguente sito : Seashepherd Italia
Chi vuole può unirsi a loro come volontario o come membro, oppure sostenere l'associazione che ha bisogno di parecchio denaro per portare avanti le sue campagne in tutto il mondo. 
La gente può pure registrarsi per entrare in una delle ciurme sulle navi.

Post a Comment

Nuova Vecchia