Le vele sono tutte frutto di un compromesso, tra robustezza e flessibilità. Il peso garantisce la durata ma contemporaneamente, la rigidezza strutturale diventa un problema, quando la vela deve cambiare lato.
Le vele sono il "motore" di una barca di America’s Cup e ogni team investe buona parte del tempo e del budget nella ricerca e nel disegno delle migliori vele possibili, creando una simbiosi albero-vele.
Rande e genoa, una volta completato il progetto e le specifiche dei materiali da impiegare, vengon modellati su uno stampo speciale presso la veleria "North Sails" in Nevada, quella della laminazione in 3DL, che permette di avere una vela senza cuciture in un unico pezzo e particolarmente performante.
E' vietato andare nello stabilimento quando si lamina la vela di un altro team.
Una volta ricevute le “pelli” dalla North, si effettua il secondo taglio e si pongono i rinforzi, le stecche e tutto quello che serve per navigare.
Gli spinnaker e i gennaker invece vengono interamente realizzati in sede. Completato il progetto, la vela viene divisa in pannelli dal computer, vengono tagliati con il plotter minimizzando lo scarto. Per 500 mq di vela, si possono avere anche più di 300 pezzi da mettere insieme e cucire come accade per i gennaker”.
Oltre a realizzarle e a rifinirle, è responsabilità della Veleria del team anche la riparazione delle vele, un lavoro interminabile in America’s Cup.
Il genoa dura circa 200/250 virate; la randa intorno a 300 ore.
Realizzare una vela straordinaria per un equipaggio che non la sa valorizzare è inutile. Come inutile è avere un equipaggio e una barca eccellenti, se le vele sono scadenti. Tutto deve essere orchestrato alla perfezione.
Due vere Signore della vela: Flavia e Sabina Pischedda.
Due donne di cui sono profondamente "innamorata".