Il «baffo» ha cinque edizioni di America’s Cup alle spalle, una Louis Vuitton vinta con il Moro di Venezia, sempre a bordo. Salvo nel 2003, quando è stato costretto alla panchina dal boss di Bmw Oracle, il milionario americano Larry Ellison, che lo ha pagato per stare fuori, temendo la sua ombra. Da qui, il neologismo «cayardizzare».
Un ritorno con team spagnolo Desafio che sa anche di figliol prodigo, avendo Cayard criticato la formula della manifestazione (barche poco veloci, match races troppo distanti da terra, budget esasperati), tanto da ideare - sulla carta - con Coutts un circuito di regate diverso, tipo Formula 1.
Ma è stato un ritorno del tipo mordi e fuggi, viste le premesse che indicavano su alcuni quotidiani : "Coppa America, sono tornato per cambiarla".
In realtà ha cambiato pochissimo sul team spagnolo di Desafio.
Adesso è opinionista tecnico per La7 e parla dei punti deboli e dei punti forti dei tre team italiani che saranno impegnati nella prossima edizione della Coppa America, al via il 16 aprile a Valencia: Luna Rossa, Mascalzone Latino e +39: Paul Cayard vede, per la finale della Louis Vuitton Cup, una possibile finale tutta italiana
"Per me Luna Rossa ha sicuramente la possibilità di arrivare in semifinale, dunque tra le prime quattro, assieme a Oracle e New Zealand. Per il quarto posto se la giocano in tre: Mascalzone Latino, Desafio e gli svedesi di Victory Challenge".
La finale della Louis Vuitton Cup?
"Sicuramente un’italiana - dice - anche se è possibile un derby. Col passare degli anni la differenza di velocità tra le barche è minore rispetto al passato e secondo me la differenza la farà la capacità di gestire eventuali sconfitte inaspettate. New Zealand? E` un gruppo unito e hanno la capacita` di gestire eventuali sconfitte e tornare più forti di prima".
Il discorso si sposta poi sul dualismo Luna Rossa – Mascalzone Latino:
"A favore dei primi c`e` il fatto che sono alla terza partecipazione e quindi hanno un`esperienza cospicua. De Angelis non sarà più lo skipper, ma ha organizzato tutta la spedizione. Il punto debole? E` sembrata non andare forte con il vento sostenuto". E poi su Mascalzone Latino: "E` un gruppo compatto, con un disegno che si sta sviluppando in maniera positiva. Il punto debole? La capacita` di gestire la tecnologia".
Ovvio un accenno anche ai defender di Alinghi:
"La nuova formula degli Act li agevola; gareggiando con gli altri sanno sempre a che punto di sviluppo sono gli avversari. Nonostante la mancanza di Russell Coutts li vedo ancora favoriti, anche se prevedo una finale combattuta, non di certo un 5-0 secco".

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