Con l'avvicinarsi delle regate della Coppa America sale la tensione tra Alinghi ed Emirates Team New Zealand .
Il capo del defender svizzero, Ernesto Bertarelli, è partito all'attacco dalle colonne del "New York Times", dicendo in sostanza che: il suo equipaggio è stato fatto oggetto di insulti da parte dei tifosi neozelandesi a Valencia, che i kiwi non gli sono riconoscenti per i finanziamenti a fondo perduto ottenuti da lui quattro anni fa dopo che furono sconfitti e infine ha stigmatizzato gli accenni avanzati da Nzl al ritorno a un più stretto vincolo di nazionalità qualora la Coppa America ritorni ad Auckland. Su quest'ultimo punto, Bertarelli ha detto che ripristinare le regole di nazionalità per i team avrebbe l'effetto di rimandare a casa "i tre quarti delle persone che lavorano attorno a questo porto", intendendo l'Ac Port di Valencia. Naturalmente le conseguenze di un tale provvedimento sarebbero devastanti per Alinghi che impiega un forte nucleo di neozelandesi e statunitensi, mentre certamente la Svizzera non è una fucina di velisti.
Il capo di Emirates Team New Zealand, Grant Dalton, ha escluso che tra le motivazioni che spingeranno i neozelandesi a cercare la vittoria contro Alinghi nella Coppa America ci sia la vendetta. Gli svizzeri, infatti, rifilarono ai kiwi un doloroso 5-0 ad Auckland 5 anni fa e si presero l'Auld Mug. "Non cerchiamo la vendetta - così Dalton - siamo qui soltanto per avere la possibilità di vincere l'America's Cup. Per questo abbiamo bisogno di una buona barca, di un lavoro perfetto del team e di un grande supporto dei nostri tifosi. Vendetta no, la voglia di vincere sì", ha concluso.

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