La Suprema Corte di New York ha fissato un’udienza per discutere il problema delle date della 33a America’s Cup per mercoledì 2 aprile

Se l’attuale battaglia legale sul destino dell’America’s Cup vi sembra un deja vù, c’è almeno un buon motivo. Nel 1987 la 27a America’s Cup fini in tribunale, sempre alla Corte di New York in seguito a una denuncia presentata dal challenger neozelandese il Mercury Bay Boating Club (MBBC) contro il Defender di allora, il San Diego Yacht Club (SDYC).
La corte sostenne il diritto dello yacht club neozelandese ad essere il Challenger of Record; Il MBBC aveva presentato una sfida – come previsto dal Deed of Gift che regola l’America’s Cup - che il Defender americano aveva respinto.
Il 9 settembre rappresentò al tempo uno dei momenti chiave del processo, quando il giudice Carmen Ciparick promulgò un ordine di sospensione che fermava di fatto l’orologio e sospendeva il periodo di notifica di 10 mesi in attesa della definizione del caso e delle azioni legali.
Tutto si spostò al 28 dicembre, quando fu emessa la sentenza della Suprema Corte di New York (un mese intero dopo il giudizio) che confermando la decisione del giudice ordinava: “…che il periodo di notifica di 10 mesi previsto per la valida sfida del 15 luglio 1987 del Mercury Bay Boating Club Inc. precedentemente sospeso dalla Corte in data 9 settembre 1987, in attesa delle decisioni sulle mozioni e sulle decisioni del Caso 1 e 2, doveva essere confermato e doveva continuare ad essere conteggiato fino alla data in cui una copia della sentenzanon fosse stata notificata alle parti e all’ufficio del Procuratore Generale dello Stato di New York.”
Questa decisione consentì al Defender Americano – che aveva ricevuto dal challenger un certificato di sfida completo e preciso - di utilizzare il tempo per preparare la sua difesa. Nel settembre del 1998, dieci mesi dopo la pubblicazione della sentenza da parte della corte, SDYC difese con successo la Coppa.


Tornando rapidamente ad oggi, per prima cosa provate a sostituire il Golden Gate Yacht Club con il Mercury Bay Boating Club e la Société Nautique Genève con il San Diego Yacht Club. Subito dopo aggiungete anche il fatto che questa volta lo yacht club americano, il GGYC, sta chiedendo che il periodo obbligatorio di 10 mesi sia drasticamente ridotto per diminuire la capacità del Defender svizzero di costruire un’imbarcazione che possa consentire agli svizzeri di presentarsi con i nuovi catamarani da 90’ sulla linea di partenza della 33a America’s Cup.
Nel tentativo di ridurre le possibilità di SNG per una difesa corretta, il GGYC ha anche fornito un certificato di stazza della barca scorretto e ingannevole.
Quelli che hanno una buona memoria, troveranno sicuramente almeno un filo in comune, infatti, tra le due controversie. Tom Ehman al tempo era il portavoce e il negoziatore del San Diego Yacht Club e ora, insieme a Russel Coutts, svolge lo stesso ruolo per BMW Oracle Racing e per il GGYC. Chiaramente il vento è girato e Mr. Ehman ha cambiato mure. Non essendo un principiante nel suo ruolo di vincitore di America’s Cup nelle aule di giustizia, rilasciò persino una dichiarazione durante la 27a America’s Cup al San Diego Union a proposito del fatto che se la corte avesse ordinato di regatare: “Noi (Il Defender) avremmo aggiustato le regole pur di vincere sul punto…[…]”.
Oggi il challenger americano sta chiedendo alla stessa corte americana a New York di applicare una regola differente da quella applicata nel 1988. Invece di accettare il fatto che il periodo di sospensione è finito nel momento in cui la corte ha emesso e pubblicato la sentenza definitiva (19 marzo) – il che comporta che il periodo di 10 mesi finisca a marzo del 2009, BMW Oracle Racing sta cercando di far funzionare l’orologio del tempo a sua esclusiva convenienza e cioè dal novembre 2007 quando la corte pronunciò la prima sentenza.
Questo sarebbe critico per il Defender in quanto il team svizzero non è pronto a regatare nel 2008 e garantirebbe a BMW Oracle Racing una vittoria a tavolino.

E’ particolarmente interessante il fatto che nella sua ultima lettera il GGYC chieda al giudice Cahn di ratificare la sua decisione del 27 novembre scorso, accettando così chiaramente il fatto che quella decisione non rappresentava una sentenza definitiva.
Questo tuttavia sconfessa di fatto il loro argomento secondo il quale le regate della 33a America’s Cup dovrebbero essere organizzate nell’ottobre 2008.
Gli americani presentando la loro sfida nel luglio 2008 hanno automaticamente definito l’emisfero Nord quale possibile scenario per la regata secondo le regole del Deed of Gift, e se si applicheranno le stesse regole sancite nel 1988, il periodo di 10 mesi di notifica terminerà proprio quando, sempre secondo il Deed of Gift, non si può regatare nell’emisfero Nord (ovvero dal 1 novembre al 1 maggio di ogni anno). Le regate dell’America’s Cup dovranno dunque necessariamente essere rinviate almeno fino al 1 maggio 2009.


(Fonte : Alinghi)

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