Per "Vincere" l’ambita regata internazionale America’s Cup non è sufficiente un equipaggio esperto. Negli ultimi dieci anni, l’evento velistico più prestigioso del mondo, si è evoluto in una sfida guidata dalla tecnologia che spesso viene vinta o persa molto prima che i concorrenti comincino a regatare.
In effetti, la vera gara avviene durante la progettazione e la costruzione delle barche da regata più veloci del mondo, dato che un design ottimale del mezzo, insieme al vento, alle onde e alla bravura dell’equipaggio, può determinare chi taglierà per primo il traguardo.
Dedicare il massimo della tecnologia disponibile ( vedi budget ) per il maggior numero di giorni possibili è la giusta alchimia per l'America's Cup.
Fin dagli inizi di questa sfida, che vanta 150 anni di storia, l’innovazione tecnologica ha giocato un ruolo importante per il risultato della gara, dalla vittoria nel 1851 dell’agile goletta America sulla flotta tradizionale dell’Inghilterra, alla vittoria nel 1983 del rivoluzionario progetto a chiglia alata
di Australia II, che ha interrotto i 132 anni di vincite consecutive del New
York Yacht Club.
Ora, con tutti i concorrenti che costruiscono barche rispettando le stesse regole generali, l’innovazione tecnologica è diventata una battaglia di minuzie, dato che i contendenti cercano la combinazione ottimale di ritocchi e modifiche di lieve entità, nelle quali un paio di centimetri lì e qualche chilo là possono offrire il vantaggio vincente.
Chi ha il "jolly" vincente non lo mostrerà mai adesso, anzi tenterà di nasconderlo il più possibile, giocandoselo nei momenti decisivi per il Team.

1 Commenti

Anonimo ha detto…
Secondo avere o meno un Russel Coutts a bordo non farebbe differenza?
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