"Contento di come abbiamo condotto la regata e di come va la barca, un po' meno del risultato, lascio a chi ha visto la gara il commento, i giornalisti avranno molto da scrivere ". Il sorriso è di Iain Percy, il timoniere di "+39", appena sceso dalla barca dopo la prima regata dell'atto 13 della Louis Vuitton Cup. "Terminata la regata sono tornati a terra per mettere ulteriormente a punto l'albero - spiegano i tecnici dello Shore Team - ci sono problemi con le diagonali, le sartie che collegano la parte intermedia ed alta dell'albero". Che ci sarebbe stato qualche problema con il lungo profilo in carbonio lo si era visto già in mattinata, dopo un primo test al calar delle tenebre nella giornata di lunedì, un lavoro sulla testa dell'albero che Corrado Rossignoli e Davide Tagliapietra hanno concluso appena 20 minuti prima del via.
La regata d'esordio ha visto lo scafo di "+39", dopo una buona partenza sulla "Barca Comitato", veleggiare subito verso terra. Si è confermata la scelta migliore di tutta la flotta: 23 secondi di vantaggio per "+39" sulla prima boa, saliti a 48 al termine della poppa, 31 alla conclusione della seconda bolina; la nuova poppa è l'imprevedibile, o meglio quello che accade in una regata dove il vento salta, lascia letteralmente in un buco i primi ed assegna la vittoria a chi sta nelle retrovie. Sulla linea d'arrivo si sono viste barche arrivare da tutte le direzioni. L'affermazione va all'espertissimo Chris Dickson di "Bmw-Oracle", seconda è "Shosholoza" che taglia in bolina, terzo è "Mascalzone Latino-Capitalia", che come "Alinghi", 4', si presentano con il Gennaker, il che da l'idea di come era impazzito il vento.
"+39" resta fermo più di tutti, prima che un alito di vento gli permetta di approdare in 10' posizione dopo che per 3/4 del percorso era stato nettamente in testa con la nuova e non ancora troppo collaudata "Ita 85". Tanto che appena conclusa la prova è tornata in porto per essere sottoposta ad una serie di verifiche, nuovamente all'albero ed a tutte le parti che lo sorreggono e lo regolano. Lo "Shore team" lavorerà per tutta la nottata. Si ripeterà quanto avvenuto in questa ultima settimana. Ma dopo la prima regata c'è più di una certezza sulla velocità dell'imbarcazione: " Sono contento a metà, peccato per come è finita, la barca c'è, le velocità mi sembrano buone - dice Lorenzo Rizzardi, presidente del gruppo siciliano-gardesano di "+39" - adesso speriamo che gli ultimi lavori possano completare la messa a punto. Del resto queste regate in flotta prevedevano questo tipo di test. Si va avanti ed il valore dei nostri ragazzi si è visto in regata fin che il vento è stato costante".