Per fare un albero ci vuole... il carbonio e tanta pazienza.
Giovanni Ceccarelli, principal designer di + 39 Challenge, ci racconta il danno subìto dal team italiano, le conseguenze e i programmi per l’immediato futuro.
Quale albero userete nei RR della Louis Vuitton Cup che inizieranno lunedì 16 aprile?
Useremo inizialmente un albero Versione 4 che abbiamo adattato per la versione 5 e che ci è stato fornito da un altro team (Alinghi, ndr), che ringrazio sinceramente, ma non appena avremo finito di riparare il nostro, lo monteremo immediatamente, già nel RR 1. E’ stato un grande sforzo: prima progettuale con i colleghi del design team, poi di fattibilità e non ultimo logistico, per coordinare tutte le forniture che arrivano da mezza Europa. Alla base di + 39 si lavora giorno e notte: shore team, tecnici della Marstrom (la ditta svedese che ha costruito l’albero), del cantiere Soleri (che hanno costruito lo scafo ) e della Sicilcraft, progettisti e velisti; tutti insomma sono molto coinvolti per superare questa emergenza
L’albero che avete rotto è costruito con carbonio ad alto modulo, come quasi tutti quelli versione 5, mentre quello sostitutivo non lo è. Ci spiega la differenza?
A parità di peso, il carbonio ad alto modulo elastico ha una rigidità superiore che rende l’albero meno flessibile e più stabile sotto vela, sviluppando quindi una maggiore forza propulsiva. In condizioni di vento leggero non si avverte una gran differenza, ma già a partire da 10 nodi, con un albero realizzato per la versione 4, lo svantaggio si inizia a sentire, essendo questo più flessibile .
Ci descrive il danno subìto dall’albero?
Il nostro albero è un tubo realizzato in monopezzo in carbonio secondo una tecnologia messa a punto dalla ditta svedese Marstrom.
Questo significa che non ha giunte, come la maggior parte degli altri e che tutto il carbonio ha funzione strutturale. Durante l’incidente, l’albero si è rotto all’altezza della seconda crocetta; poi, con l’impatto con l’acqua, si è spezzato anche all’altezza dell’attacco dello strallo di prua. Fortunatamente il carbonio non si è scheggiato ma le sartie si sono infilate in coperta come lame... meno male che non si è fatto male nessuno. Per me è stato come rivivere un film già visto: 20 anni fa, durante un mondiale di Mini Tonner, mi è capitato lo stesso identico incidente, stesse cause, stesse dinamiche; l’unica differenza è che allora mi trovavo a bordo... quella volta con un albero prestato da un altro team ho fatto terzo…
Quali sono i punti deboli in un albero?
Bisogna fare attenzione all’attacco dello strallo e a quello delle volanti e a tutte le componenti che sono molto esasperate. Di fatto non ci sono punti deboli, ci sono solo zone maggiormente sollecitate.
Quali sono le manovre immediate in caso di disalberamento?
Bisogna evitare, come prima cosa, che le sartie e le crocette danneggino lo scafo, peggiorando ulteriormente le cose, con il rischio anche di affondare la barca. Per fortuna, nel nostro caso le cesoie non sono servite perché cadendo sottovento l’albero è rimasto sempre distante dallo scafo. Abbiamo invece dovuto tagliare la randa perché questa continuava a riempirsi d’acqua e far lavorare l’albero.
Sarà possibile riparare la randa ?
È da buttare, e pensi che era nuovissima con solo 6 ore di vita, costata circa 100mila euro... oltretutto si era rivelata molto veloce al suo debutto il giorno prima, con tre lati passati in testa alla flotta .
Oltre al tubo nuovo in carbonio, che cosa comporta un disalberamento?
Quando si parla di albero, si pensa solo al tubo ma non è così: una parte delicata e complessa è costituita dai fitting che compongono tutto l’armo, senza contare le drizze ed il sartiame che vanno totalmente ricostruiti. In poche parole, è avanzato poco. Ringrazio tutti coloro che stanno lavorando duramente per permetterci di riutilizzare il nostro albero in tempi brevissimi e, in particolare, la ditta Pradelli di Modena che ha saltato le vacanze di Pasqua per ricostruire i tornichetti e i fitting che si sono danneggiati. Non è un lavoro semplice: si tratta di pezzi custom che la ditta aveva realizzato appositamente su nostro disegno e che richiedono una grande cura artigianale.
Il vostro albero ha molto rake (inclinazione) in navigazione, perché?
Non è una novità ; tutte le classi metriche sono così, lo era anche la goletta America... il nostro albero ha effettivamente un rake importante. Si tratta di una regolazione che aiuta molto nelle andature in bolina, mentre in poppa l’albero tornerà dritto. Rispetto ad alcuni team che hanno un rake fisso, noi abbiamo scelto di poterlo modificare durante la regata, secondo il codice di genoa utilizzato e, quindi, il vento.
Come si modifica il rake in regata?
Non è una regolazione costante come quella che si fa per le vele, comunque si modifica tramite un sistema idraulico e generalmente è il randista che se ne occupa con il cambiare dell’intensità del vento, al fine di avere sempre la barca bilanciata. E’ una scelta fatta in fase progettuale che ha indirizzato molto il progetto.
Quanto tempo ci vuole per modificare il rake?
Circa 30 secondi.
Perché non avete ordinato un albero nuovo?
Abbiamo chiesto alla Marstrom e ci hanno risposto che nella migliore e più veloce delle ipotesi, ci sarebbero voluti 45 giorni, troppo tempo per il RR1.
L’albero sostitutivo richiederà un adattamento delle vele...
Certamente. Il problema è che inizieremo i RR con un albero e poi lo sostituiremo, quindi dovremo decidere quali vele utilizzare su uno e quali sull’altro. I genoa sono intercambiabili ma la randa no... una sarà adattata per l’albero sostitutivo e l’altra per il nostro riparato... ulteriore tempo e risorse persi .
Quanto inciderà la riparazione in termini di peso?
Poco. Il nostro albero (come da regola) pesava 750 chili di cui una parte erano di zavorra in piombo. Dopo la riparazione, saranno 750 chili di carbonio distribuiti su tutto l’albero, e questo significa che il baricentro si alzerà un po’.
E in termini di prestazioni?
Poco o niente perché la perdita è dovuta all’innalzamento del baricentro dell’albero; io sono fiducioso, saremo ancora molto competitivi.... Il problema vero è che non abbiamo potuto più regatare e soprattutto, portare avanti quei test che avevamo in programma.
Questo significa che alcune modifiche, che comunque faremo, saranno portate avanti tenendo conto solo delle analisi di progetto.
(Fonte :Bianca Ascenti sito ufficiale 32a AC)